Tenuta LiCupi: il progetto di una nuova cantina pugliese cerca soci investitori

Oggi, presso la sede di Azimut, in corso Venezia 48 a Milano, si è svolto un evento di finanza, arte e vino con degustazione finale (requisito questo, ca va sans dire, determinante per la partecipazione all’evento dello scrivente !) .

Dal documento di presentazione “Investors deck”,  visionabile sul sito aziendale, si apprende che il progetto di Tenuta LiCupi, sita a Lizzano (TA) si sviluppa su tre linee di business:

vigneto, sviluppato su 31 ettari;

resort, in fase di realizzazione;

produzione di olio extravergine d’oliva su 9 ettari.

L’idea prende forma nel 2006 e nel 2021 la società acquisisce lo status di PMI Innovativa.

Se l’olio è già in fase produttiva, per il vino si prevede la produzione a partire dal 2025.

Per quanto concerne i vini, compresi un passito ed un metodo classico, essi verranno prodotti partendo da 4 vitigni: Primitivo, Negramaro, Fiano e Malvasia.

Per il “vestito” dei vini di fascia “premium” è inoltre prevista una etichetta d’artista legata ad un NFT.

Al riguardo dell’obiettivo di collocazione del vino top, Opera prima, il progetto si dimostra ambizioso in quanto prende a riferimento, in termini di punteggi attesi, il top player regionale, ovvero l’Es di Gianfranco Fino (che ad oggi è l’unico vino del sud costantemente presente nelle aste di fine wines)  ma con la volontà di collocarsi in una fascia di prezzo sensibilmente più bassa.

Per quanto riguarda l’ospitalità, si prevede la realizzazione di una struttura ricettiva polifunzionale nella quale, oltre alle attività ricettive di base, sia possibile svolgere anche attività quali degustazioni, cooking class  ed altri “eventi esperienziali” come gite a cavallo o visite a siti archeologici.

Da segnalare che al progetto ha già aderito, quale socio “di esperienza”, la Varvaglione Vigne e Vini, già presente nella classifica delle 100 maggiori produttori di vino redatta dal corriere della Sera.

 

CONSIDERAZIONI

Augurando ogni fortuna al progetto, che peraltro prevede una soglia di adesione minima di 500 euro (quindi accessibile anche a semplici wine lovers) la sfida è comunque molto ambiziosa posto che la Puglia, tuttora, sconta un retaggio del passato legato all’idea di una regione di grande produzione d’uva ma per “tagli” dei vini prodotti al nord che necessitavano di un supporto da uve “baciate dal sole”.

A riprova che però tale stereotipo sia oggi quasi superato, segnalo che una realtà come Antinori ad oggi possiede ben due tenute in Puglia (Tormaresca e Bocca di Lupo) e produce un vino che propone in vendita a 150 euro a bottiglia.