IL PALIO DI SIENA IN PROVINCIA DI BRESCIA: Lite nella contrada “Franciacorta”

Nei giorni scorsi avevo intenzione di scrivere un breve contributo in merito al bel volumetto “Le origini del Franciacorta nel Rinascimento Italiano”,  edito dal Consorzio Franciacorta, quanto la mia attenzione è stata distolta da altri eventi franciacortini sicuramente meno nobili.

Da: Brescia oggi del 21/09/24

Caso «Franciacorta»: sull’uso del nome è quasi battaglia

A Rovato sarebbero arrivate delle diffide per non usare il «brand». Ma il sindaco non ci sta: il dibattito è aperto

A chi spetta il nome Franciacorta? Ai viticoltori che han fatto del nome storico, un brand riconosciuto nel mondo? Oppure alle sue comunità che in 22 Comuni diversi (non tutti di vocazione vinicola), sono considerati i suoi abitanti da almeno mille anni? Sembra una barzelletta ma è successo davvero.

Nelle ultime settimane il caso sulla legittimità del nome Franciacorta, ha fatto discutere molto. La questione è stata portata al dibattito, per così dire, sul palco in piazza Cavour a Rovato prima del concerto d’apertura del Premio nazionale Franciacorta sabato scorso.

Il sindaco difende la Franciacorta

Il sindaco di Rovato Tiziano Belotti si è lanciato in un’accorata difesa della Franciacorta, «che è di fatto un bene comune di tutti, un territorio e una storia plurisecolare». Un’uscita non di certo fatta a caso, ma ispirata «perché mi hanno inviato in municipio diffide e preannunciato ricorsi – ha spiegato -, contro il deposito in Camera di commercio del marchio “Franciacorta: la magnifica città. Passeggiare nella cultura”, un evento a ciclo di incontri che da alcuni anni svolgiamo nel nostro comune con Fondazione Cogeme. Una cosa che non ritengo ragionevole e ho voluto lanciare il sasso per ribadire il concetto».

A questo punto sorge spontaneo farsi una domanda: esiste un legittimo proprietario o titolare esclusivo della denominazione “Franciacorta “ ?

Attingendo a quanto pubblicato da: “Prima Brescia” il 18 Gennaio 2025

“E’ una situazione dai contorni kafkiani, così surreale da sembrare assurda. Eppure, è tutto vero: tra il Consorzio per la tutela del Franciacorta e il Comune di Rovato si è aperto un contenzioso davanti all’Uibm, Ufficio italiano brevetti e marchi, che ruota attorno all’utilizzo di una parola che identifica insieme un vino, un brand e un territorio: Franciacorta.”

Un’operazione quasi di routine per l’ente, che invece ha innescato una bufera davvero imprevedibile. Il 2 settembre 2024, infatti, il Comune di Rovato ha ricevuto la lettera di diffida di uno studio legale di Torino per conto del Consorzio Franciacorta, che ha ravvisato «una evidente evocazione della denominazione protetta Franciacorta da parte del marchio Rovato», accusando il Comune di un «utilizzo illecito» della Docg e di aver commesso «un atto di concorrenza sleale». Da qui l’invito «a cessare e mai più riprendere ogni utilizzo del marchio», a «ritirare domanda di registrazione» e a «distruggere ovvero ritirare dépliant, locandine, brochure e in generale qualsiasi materiale recante il marchio Rovato».

Un po’ di storia

La Doc  Franciacorta è stata riconosciuta nel 1967 e  nel 1955 è stata convertita in DOCG.

Il termine Franciacorta è una traduzione in italiano (al tempo “volgare” ) che deriva dal  “Curtis Franca”, che indicava un antico insediamento feudale non soggetto a dazi o decime (anche “zona franca”).

Fatta questa premessa, nelle memorie si ribadisce che “Franciacorta” è un toponimo ed il Comune di Rovato dal punto di vista storico, geografico, giuridico, politico, demografico ed economico ne è tradizionalmente identificato come la capitale.

A questo punto la vicenda si fa grottesca: nella voluminosa rassegna stampa depositata dal Consorzio a sostegno della propria tesi, molti eventi connessi al vino della Franciacorta sono stati organizzati e finanziati proprio dal Comune di Rovato !

Ancora si apprende che in realtà vi sono due marchi distinti sempre riconducibili alla Franciacorta:

Quello proprio del Consorzio è costituito dalla tipica lettera F a forma di torre merlata,

mentre in quello del Comune “si legge un messaggio ben preciso e ineccepibile relativo alla città, agli incontri, alle passeggiate e alla cultura del territorio”.

Da ultimo il comune di Rovato segnala ironicamente che esiste un Comune denominato Paderno Franciacorta!

Quindi il Consorzio diffiderà anche questo?

CONCLUSIONI

Ad avviso dello scrivente chiamare “Francia” ma “corta” un vino che, di fatto, replica il metodo champenoise (che certo non si può utilizzare !) sembra quasi significare che si voglia “scimmiottare” il noto prodotto francese ma di “corta” qualità o persistenza !

Quindi, siccome la denominazione che rinvia alla Champagne non si può usare, ma perché non tornare alle nostre tradizioni e quindi rivitalizzare il temine latino “Corte franca” anche per smarcarsi da spiacevoli assonanze, oltretutto diminutive ?

Per tacere del fatto che sul territorio si dovrebbero naturalmente creare sinergie tra i soggetti coinvolti e non ripicche da Palio di Siena.

Sperando infine che queste simpatiche facezie non mi espongano ad una diffida del bellicoso consorzio !